Si, è il momento di fermarsi. Di stare a casa, di uscire il meno possibile. La nostra missione, pur difficile che sia, adesso è questa. Fermarsi, ma solo fisicamente. Perché a casa la mente viaggia e in un periodo introspettivo, di presa di coscienza e di riflessione come quello di adesso, possono nascere idee, intuizioni, ma soprattutto si può cercare di diffondere un messaggio positivo, che può tranquillizzare i più spaventati, dare forza a chi soffre, creare una fiducia verso il futuro, che mai come ora rischia di svanire. Perché ci sono tante attività, tante aziende che in questo momento vogliono andare avanti e che dovranno tracciare in futuro nuovi sentieri.
Ma il futuro passa da ora. Quello che è importante in questo preciso momento è comunicare nel modo giusto. Perché nessuno aveva mai dovuto convivere con il virus e in questa nuova tempesta bisogna provare ad aggrapparsi alle solide ancore che abbiamo.
COMUNICARE AI TEMPI DEL VIRUS
Il Covid-19, per tutti il Coronavirus, sta sconvolgendo le nostre vite dal punto di vista personale, affettivo e lavorativo. Un vero tornado sociale ed economico del quale è difficile prevedere con certezza la fine.
E allora come possono anche le aziende, le attività e le singole persone comunicare in un momento di ansia, confusione e spesso di panico come questo?
Sono tante le domande che si pongono in questo momento gli imprenditori, i responsabili marketing e della comunicazione delle aziende.
- A scrivere questo post faccio del male alla mia azienda?
- Offendo i miei consumatori?
- Come posso affrontare questo periodo per rimanere vicino ai miei clienti?
- Oppure, che iniziativa posso inventarmi per sostenere il mio brand oppure i miei clienti?
Beh, innanzitutto serve un grande senso di responsabilità: verso chi ascolta, chi riceve il messaggio, verso noi stessi. E poi servono le competenze, la conoscenza degli strumenti, dei mezzi per comunicare bene.
Nel caos delle informazioni, tra le baruffe di presunti virologi, allarmisimi ingiustificati, messaggi audio fake che circolano su Whatsapp, le persone in questo momento hanno solo bisogno di serenità, serietà e professionalità. Bisogna ritornare a scoprire quella che in molti chiamano buona comunicazione, ma che in realtà è solo la comunicazione con la C maiuscola, quella che non dovrebbe mai mancare e che ha il compito di infondere tranquillità e promuovere comportamenti virtuosi.
Come comunicare? Sicuramente non è il caso di avventurarsi in contenuti approssimativi, inventati sul momento o peggio ancora di cattivo gusto. Inutile essere spudoratamente “commercial” o forzatamente divertenti in un momento in cui proprio non è il caso.
La situazione è davvero difficile e il disastro comunicativo potrebbe celarsi dietro l’angolo.
La cattiva consigliera in questo momento sembra essere la fretta. Bisogna evitare di farsi prendere dalla smania di comunicare a tutti costi, per paura di fermarsi. Qualche volta fare un bel respiro e pensare ad alta voce, magari confrontandosi, è la strada giusta per non commettere errori. In questi giorni di errori, di uscite con i tenpi sbagliati ce ne sono state. Inutile e sbagliato, in un momento come questo, puntare il dito contro qualcuno e dire cosa doveva o non doveva fare. Ma una cosa si poteva fare: si poteva aspettare, riflettere, attendere. Mentre in Cina morivano migliaia di persone e in Italia si affacciava l’epidemia si è moltiplicato il partito del è solo un raffreddore, viaggiamo e spostiamoci, che poi si è inprovvisamente convertito nel partito del“Combattiamo insieme l’epidemia”. Non certo malafede, ma un errore. O meglio un grossolano errore di comunicazione.
NON ESAGERARE E NON IGNORARE
Niente esagerazioni o effetti speciali dunque. In questo momento bisogna guardare alla semplicità. Che si tratti di social, comunicazione istituzionale o qualsiasi altro canale: bisogna essere chiari, andare dritti al punto. Senza rinunciare all’originalità e magari anche ad un pizzico di sano humor che in un momento come questo non guasta mai. Ripetiamo: un pizzico, dosato con garbo. Bisogna cercare di dare poi un’informazione corretta ed efficace, non fuorviante perché in questo momento i cittadini devono essere informati nel modo giusto. E soprattutto bisogna concentrarsi su temi e campagne che siano necessari. Si deve rasserenare ma non ignorare. Inutile pubblicizzare allo stremo, in questo momento, eventi futuri o prodotti che non si possono comprare: le persone giustamente si indignano, scioccate da quello che rischiano di percepire come una sorta di sciacallaggio senza limiti. In questo momento di pausa bisogna pensare a mettere il proprio marchio a disposizione della comunità (chi può) o comunque al suo fianco.
Meglio comunicare info utili, raccomandazioni, oppure aiutare le persone a trascorrere meglio i loro momenti di solitudine o di noia all’interno delle loro abitazioni. Decalogo con i comportamenti da tenere, raccomandazioni, ma anche sostegno morale. E soprattutto intrattenimento, vero entertaiment, per aiutare chi è costretto a restare a casa a passare meglio il suo tempo.
Lavorare sugli insight dunque, piuttosto che sull’autocompiacimento, sembra essere una buona terza indicazione per fare della buona comunicazione. Bisogna provare a scavare nella fragilità, nelle paure per tirar fuori un messaggio autentico e potente. E poi evitare corto circuiti, ovvero messaggi controproducenti.
PRESENTE E FUTURO
Sono in molti a pensarla così. Un atteggiamento intelligente e pacato può rivelarsi fondamentale ed essere una buona base per la comunicazione che sarà. Il primo grande rischio, soprattutto per chi vende all’estero è che i propri prodotti vengano associati al Virus.
“In questo momento occorre trovare una strategia coordinata di comunicazione sull’emergenza virus per i prossimi mesi, che colga anche le opportunità che quasi sempre dalle crisi derivano” ha detto al quotidiano il Foglio Vittorio Bonori, ceo di Publicis Groupe Italia, network internazionale di pubblicità, comunicazione e marketing di estrazione francese. Solo l’idea che prodotti italiani, come il Parmigiano Reggiano o la pasta Barilla, possano essere in qualche modo associati a un’infezione virologica, è praticamente folle. Eppure, il rischio di una percezione errata da parte dei consumatori esiste come dimostra il caso della birra Corona, un brand non italiano che ha subito un contraccolpo d’immagine per una semplice assonanza di nomi. Figuriamoci se è un intero paese a essere associato all’idea di “untore” del mondo. Basta guardare l’immagine che in questi giorni circola su Twitter – prosegue Bonori – , dopo essere stata mandata in onda dalla Cnn, della cartina geografica con tutte le freccette che da vari paesi convergono sull’Italia dimostrando così che da qui si è diffuso il contagio, per capire che tipo di frittata è stata fatta”.
Sempre al Foglio ha detto la sua Francesco Mutti, amministratore delegato dell’omonimo gruppo di conserve e presidente di Centromarca, la più grande associazione italiana dell’industria di brand, una delle cose, per esempio, da evitare è pubblicare il nome di un’azienda quando tra i suoi dipendenti c’è un contagiato. “E’ una questione di forma ma anche di sostanza – ha spiegato Mutti –. Bisogna salvaguardare la reputazione degli operatori economici”.
Nei giorni scorsi alcune agenzie italiane hanno offerto gratuitamente il loro aiuto alle istituzioni pubbliche per gestire in modo più razionale il flusso informativo sull’emergenza coronavirus. Tra queste anche http://scroller.it che ha iniziato dando un importante contributo, fornendo materiale gratuito agli istituti scolastici per portare avanti la didattica a distanza. E adesso cerca di aiutare le aziende con le quali collabora e molte altre nel gestire il momento di transizione.
Qualcuno sostiene che dopo il coronavirus il mondo non sarà più lo stesso e che questa crisi sta accelerando un salto culturale in alcuni campi come quello del lavoro da remoto, che genera un grande indotto di tecnologie di comunicazione, e alla crescita dell’e-commerce, che vedeva l’Italia indietro rispetto ad altri paesi occidentali. Potrebbe essere un caso che fa scuola. Ma sono tutte ipotesi perché in questo momento si naviga a vista. Ma con le idee e con i consigli giusti, si possono superare anche i momenti più difficili.
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