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Tra arte digitale e Metaverso. Cosa sono e come si possono sfruttare gli Nft

Un riconoscimento per gli artisti del web ma anche un "certificato" per i propri beni virtuali.

by Alessandro Marmugi
2022
in Impresa, Novità, Tecnologia
Reading Time: 4 mins read
Tra arte digitale e Metaverso. Cosa sono e come si possono sfruttare gli Nft
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Sono solamente 3 lettere, tre semplici lettere che stanno sconvolgendo il mondo dell’arte.

Un acronimo, Nft, che in questo momento è sulla bocca di tutti. Una moda? Una bolla?

No, qualcosa di molto più serio. Un riconoscimento per qualcuno (gli artisti in particolare), per altri l’inizio della possibilità di vendere legalmente oggetti nella realtà virtuale.

Di sicuro un fenomeno da studiare approfonditamente, per avere una visione completa su quella che potrebbe essere la direzione del mondo digitale nel prossimo futuro.

Nft: libretto di istruzioni

Partiamo dalle basi. L’acronimo Nft sta ad indicare il termine Non Fungible Token.

Si tratta in sostanza di certificati di autenticità digitale. Attraverso la blockchain, ovvero un registro digitale di dati che non può essere modificato, gli Nft stabiliscono l’unicità e la proprietà di un’opera online, che altrimenti di per sé potrebbe essere riproducibile da tutti e all’infinito.
Una nova frontiera per il mondo delle opere d’arte, che, con buona pace di bacchettoni e conservatori, ebbene sì, al giorno d’oggi sono anche digitali. E devono assolutamente essere tutelate.

Facciamo alcuni esempi: quando compri una casa, ottieni un certificato di proprietà. Quando compri un Monet ottieni un certificato di autenticità. E allo stesso modo, quando compri un’opera d’arte digitale ottieni un Nft, ovvero la prova che questa opera d’arte appartiene proprio a te, che la hai appena acquistata. La prova è appunto scritta nel registro blockchain dove sono trascritte tutte le transazioni e che non può essere alterato.

L’acquisto di queste opere d’arte avviene tramite speciali portali dove le opere si possono acquistare attraverso criptovalute.

Visti così, dunque, gli Nft sembrano essere un importante strumento a tutela degli artisti digitali e della loro proprietà intellettuale, ma se vogliamo capire a fondo questo fenomeno è sicuramente necessario allargare gli orizzonti.

Un fenomeno in crescita esponenziale

Biglietti per eventi, Item per videogiochi e anche i nomi di un dominio, infatti, possono diventare Nft. Si tratta di una tecnologia rivoluzionaria a causa del contratto alla base dell’oggetto collezionabile.

Ad esempio, un’opera d’arte, una fotografia, un testo, un video, una foto, un file audio, che viene certificato come originale, proprio come ci fosse in calce la firma dell’autore.

Finora queste opere d’arte digitale avevano un problema: non si potevano vendere, perché molto semplicemente, nessuno poteva dimostrare di possederle. Ogni opera d’arte fisica deve poter dimostrare la sua autenticità. E così quella digitale.

Le opere d’arte di valore sono quelle dove non esistono sospetti – spiega Nanne Dekking, fondatore di Artory ed ex vice presidente di Sotheby – se sei un mercante come me sai benissimo che cosa da valore ad un’opera d’arte. Un titolo chiaro è cruciale, l’autenticità ovviamente e la scarsità”. Gli artisti digitali, che non avevano nessun modo per tutelarsi, per dare valore alle loro opere hanno iniziato a pensare in primis che il bitcoin potesse essere un modo per dar valore a qualcosa di non tangibile.

Il mercato degli nft è in crescita (nel terzo trimestre del 2021 valeva 10,7 miliardi di dollari) e sembra garantire agli artisti guadagni più stabili rispetto al passato. Ma è chiaro che non è immune dalla speculazione e dai rischi di un crollo.

L’uso degli NFT è esploso negli ultimi 12 mesi, con una percentuale di crescita dell’11.000%. Se nella prima metà dell’anno le vendite degli NFT più popolari arrivavano a circa 64 milioni di dollari al mese, ora si calcolano vendite di NFT per un valore di 41 milioni di dollari al giorno. Nel 2022 stanno debuttando in questo mondo anche marchi come Sony, Asics e Coca-Cola, mentre Adidas ha recentemente annunciato che la sua prossima collezione includerà articoli sia digitali che fisici che possono essere venduti come NFT.

 Quale futuro per gli Nft?

La sensazione è che quello degli Nft sia tutt’altro che un fenomeno temporaneo. Anche perché si lega a stretto giro con quello che è il mondo del Metaverso e della realtà virtuale. L’ Nft permette a tutti gli effetti di certificare la proprietà di un bene virtuale. Questo significa quindi, non solo di un’opera d’arte ma anche di qualsiasi cosa si possegga in una realtà virtuale e volendo anche nel mondo fisico.

Lo scorso maggio, Gucci ha messo all’asta un video NFT da Christie’s per 20mila dollari, Aria di Alessandro Michele e Floria Sigismondi . Burberry, assieme a Mythical Games, ha prodotto invece un NFT in-game per Blankos Block Party ad agosto. Sempre in agosto, all’interno del videogioco Louis the Game di Louis Vuitton sono stati inseriti 30 NFT dell’artista Beeple: ognuno poteva essere rinvenuto solo giocando e in ogni caso non rivenduto.

Fino ad arrivare alla Collezione Genesi firmata Dolce & Gabbana, che nel suo insieme avrebbe realizzato all’asta 1885,73 ethereum (nel cambio dalla criptovaluta alla moneta reale sono circa 6 milioni di dollari). Si è trattato della prima collezione di moda dove sono comparse tante creazioni fisiche quanto virtuali, tutte quante vendute secondo il modello NFT, grazie alla collaborazione con la piattaforma Unxd e con Plygin

Anche i media cartacei hanno deciso di tuffarsi in questo mondo. Ad esempio Vogue Singapore lo scorso settembre ha stampato al centro della sua copertina un Qr Code che, una volta scansionato, rivela due immagini digitali poi messe all’asta come NFT.

Invece Fortune ha recentemente messo all’asta alcune copertine NFT raccogliendo 1,3 milioni di dollari, mentre le copertine NFT di Time Magazine a marzo sono state vendute all’asta per 435mila dollari.

Insomma, i brand che sono in grado di affrontare gli investimenti adeguati ormai considerano l’ambiente Nft come un nuovo necessario canale di distribuzione, un modo per rimanere rilevanti anche nella demografia del metaverso.

A questo punto non è difficile immaginare in un metaverso, o per dirlo in termini più spicci, in un mondo virtuale, che l’Nft diventi a tutti gli effetti indispensabile per dimostrare la proprietà di un proprio oggetto virtual. Magari le proprie scarpe, oppure la proprietà dell’auto che si utilizza per muoversi nel “Meta”. O ancora perché no, l’Nft  permetterebbe di dimostrare che è proprio tuo lo yatch con il quale stai solcando i mari virtuali. Ma per quello non basta avere il certificato, servono anche molti soldi. Anzi molte criptomonete. Ma questa è un’altra storia…

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